lunedì 31 maggio 2010

Tassi di crescita in Europa

Quali sono stati i tassi di crescita dei mercati borsistici europei nel decennio 2000 - 2010? Qual è stata la piazza finanziaria che è riuscita a crescere in misura maggiore rispetto alle altre?
A queste domande si può rispondere ricorrendo a indici di performance. A tal proposito ho preso dal sito MSCI Barra i valori assunti dagli indici geografici MSCI Index Performance, ossia indici che registrano l'andamento di un paniere di imprese (small, mid e large cap) quotate sul mercato di un determinato Paese europeo. 
Successivamente i valori sono stati trasformati in numeri indici (dove la base 100 corrisponde al valore assunto dall'indice il 31 dicembre 1999). 
Il grafico mostra l'andamento degli indici nel periodo considerato.

Come facilmente intuibile, gli indici hanno registrato le conseguenze delle bolle speculative che hanno colpito i mercati finanziari tra il 2000 e il 2003 e nel 2007 - 2008. In mezzo a questi anni le borse europee hanno registrato degli ottimi tassi di crescita. Alla fine del 2007:
  • molte piazze finanziarie (tra cui Francia, Germania, Italia e Regno Unito) sono tornate ai livelli pre - bolla;
  • alcune piazze finanziarie (es. Austria, Danimarca, Norvegia e Spagna) hanno registrato performance tra 100 - 150%.
La bolla scoppiata nel 2008, causata in gran parte dalla crisi subprime, ha nuovamente portato gli indici al ribasso. La tabella mostra i numeri indici alla fine di aprile 2010 e le relative performance (negative).




domenica 23 maggio 2010

Tripletta da leggenda

Arriva finalmente anche per noi "giovani" tifosi interisti l'occasione di provare le emozioni suscitate da una vittoria in Champions League. Sono passati 45 anni dall'ultima vittoria, quando la TV era ancora in bianco e nero.
E' stata una stagione incredibile, perché la Coppa dalle grandi orecchie è stata accompagnata da Coppa Italia e Scudetto. L'emozione da treble è stata amplificata inoltre dal fatto che i trofei sono arrivati tutti nel giro di due settimane, le due settimane di maggio che consegnano l'Internazionale FC alla storia del calcio.
La serata del 22 maggio sarà indimenticabile, come esperienza e come prova di forza. Si, perché la "serata" è iniziata alle ore 15, orario di partenza del treno Parma - Milano. All'arrivo, alle 17, si è subito respirata quell'aria da grandi eventi, con un misto di speranza e ottimismo, nascosti da una naturale tensione e scaramanzia.
Il sole ha scaldato i 100mila di Piazza Duomo fino alle 20, lasciando poi il posto ad una leggera brezza che ci ha accompagnato per tutta la durata della partita e per tutto il proseguo della serara/nottata magica: centomila cuori che battevano, centomila voci che cantavano e duecentomila mani che battevano per novanta lunghi, lunghissimi minuti, al termine dei quali c'è stata l'esplosione di gioia e la liberazione dalla tensione, che tuttavia già aveva allentato la sua presa nel corso della partita.
A seguire i festeggiamenti, durati tutta la notte per le strade di Milano e sugli spalti di San Siro. Un'unica onda nerazzurra che si muoveva all'unisono verso lo stadio ha attraverso Milano. 
Canti, cori, bandiere svolazzanti hanno contribuito a rendere particolari quelle ore di festeggiamenti. 
Infine, San Siro. La Scala del Calcio ha tributato il suo saluto alla squadra, arrivata alle 6 di mattina e supportata da trentacinquemila tifosi giunti appositamente nel corso della nottata.
Che dire, una giornata davvero particolare, bella, emozionante ma non esente da critiche. Come i ragazzi pronti a picchiarsi per un nonnulla (quando invece c'è solo da festeggiare), oppure le distese di vetro che hanno tappezzato piazza Duomo e zone limitrofe. O anche tutti i rifiuti che hanno fatto sembrare le Gallerie di Milano una discarica. Centomila e oltre persone non sono facili da gestire. Le conseguenze sono queste.




giovedì 20 maggio 2010

Distribuzione dei fondi di private equity in Italia

Spulciando nel sito di AIFI è possibile vedere quali sono i soci dell'associazione italiana del private equity e ottenere diverse informazioni per contattarli. Per curiosità ho controllato come essi sono distribuiti sul territorio italiano. 
Nessuna sopresa ovviamente, perché ben 82 soci su 121 si trovano a Milano. Al secondo posto si piazza Torino, dove operano 10 soci di AIFI. A Roma ci sono solamente 5 soci.
Tale dato naturalmente non fa altro che confermare la leadership di Milano nel settore prettamente finanziario. Nessun'altra piazza italiana può infatti vantare l'appeal e le opportunità che offre la città meneghina. 


venerdì 14 maggio 2010

Start Up

Vi sarà sicuramente capitato di avere una business idea, di reputarla brillante e di sicuro successo ma di averla successivamente accantonata per mancanza di fondi propri o perché la vostra banca di quartiere non vi ha finanziato.
Ebbene, esistono altri strumenti a cui si può ricorrere per tentare di finanziare un progetto e di trasformare un'idea in un prodotto/servizio utile al soddisfacimento dei bisogni, perché ovviamente l'idea che avete in mente è finalizzata a soddisfare un'esigenza corrente o una creata ex novo :)

La prima cosa da fare è sicuramente la formalizzazione dell'idea, ossia trasformare una cosa astratta che avete in testa in una cosa concreta: è necessario quindi predisporre un business plan da presentare ai potenziali finanziatori, nel quale si descriverà accuratamente l'attività che avrà la nuova impresa, senza scordarsi ovviamente di mettere la value proposition, enfatizzando i bisogni e le necessità che il nuovo prodotto/servizio andrà a soddisfare.

Il business plan deve contenere informazioni qualitative e quantitative.
Riguardo il primo punto, si dovranno fornire informazioni sul mercato di sbocco (caratteristiche, dimensioni, segmentazioni, elasticità, concorrenza ecc...) e sui clienti verso cui effettuare le operazioni di marketing. Non scordiamoci ovviamente di descrivere i punti di forza del prodotto/servizio!

Successivamente il business plan deve presentare uno studio di fattibilità:
  • come verrà organizzata la struttura produttiva? 
  • quale sarà l'organizzazione? 
  • quali sono gli investimenti necessari da realizzare?
  • si hanno a disposizione brevetti, licenze e concessioni?
  • chi compone il management team? quali sono le competenze e le skills dei soggetti promotori?
  • qual è la catena del valore e come si rapporterà la costituenda società con le altre?
Una volta individuate le risposte, si passa alla fase quantitativa, cioè buttare giù un paio di numeri che quantifichino le dimensioni del progetto. Si tratta di effettuare un'analisi previsionale in modo da valutare gli aspetti finanziari del progetto e la sua potenziale profitability.
La stesura di un bilancio previsionale che valuti gli effetti dei primi anni di vita dell'impresa è necessario per determinare quali sono i flussi di cassa previsti e a quanto ammonta il fabbisogno finanziario derivante dai costi e dagli investimenti necessari. La stima delle voci del conto economico e dello stato patrimoniale previsionale è soggettiva, ma deve comunque essere realizzata in maniera credibile. Ipotizzare tassi di crescita del fatturato a due cifre in un settore maturo non sarà molto credibile agli occhi di chi valuterà il piano.

Dopo aver inserite tutte le informazioni necessarie per la redazione del business plan, occorre rivolgersi agli investitori che valuteranno attentamente il progetto che gli sottoporrete.
Molto brevemente, questi soggetti possono essere fondi  di venture capital (che raccolgono le risorse finanziarie da una moltitudine di investitori) o soggetti privati molto facoltosi (i business angels).
I fondi di venture capital sono veicoli di investimento appositamente costituiti per intervenire nel capitale sociale di società in via di costituzione o appena costituite, caratterizzate da una brillante business idea e operanti in mercati che crescono a tassi molto elevati. Alcuni di questi fondi privilegiano determinati settori (biotecnologie, IT ecc...).
Una lista di nomi la si può reperire su AIFI (l'associazione italiana del private equity e venture capital).

I business angels sono investitori informali, ossia soggetti privati particolarmente facoltosi intenzionati ad investire in progetti interessanti. Questi possono essere ex - imprenditori che possono offrire anche competenze nel settore.
Scherzosamente i business angels vengono classificati in tre categorie (3F): Friends (amici), Family (famigliari) e Fools (folli).
Come trovare questi angeli? Esiste un network di categoria - IBAN (Italian Business Angels Network) - che raccoglie alcuni nominativi, oppure si devono sfruttare le proprie conoscenze dirette o quelle di soggetti che quotidianamente operano con imprenditori e privati facoltosi (avvocati, notai, commercialisti, consulenti finanziari).

venerdì 7 maggio 2010

Rating e dintorni

Come diceva Milton Friedman?

"There are two superpowers in the world today in my opinion. There's the United States and there's Moody's Bond Rating Service. The United States can destroy you by dropping bombs, and Moody's can destroy you by downgrading your bonds. And believe me, it's not clear sometimes who's more powerful".

A vedere le reazioni della Borsa a seguito del rapporto Moody's presentato ieri, che includeva l'Italia tra i Paesi a rischio contagio, si può dire che Friedman aveva pienamente ragione.

giovedì 6 maggio 2010

Biggest Employers

Spulciando tra le classifiche Fortune si possono trovare tante informazioni curiose ed interessanti. Un esempio?
Sapete qual è la società che ha il maggior numero di dipendenti in tutto il mondo? Beh, è il colosso statunitense Wal - Mart, che impiega la bellezza di oltre duemilionicentomila dipendenti, tanti quanti l'intera popolazione della Macedonia o della Slovenia.
Al secondo posto si piazza China National Petroleum, che come dice il nome è attiva nel settore petrolifero, con 1.600.000 lavoratori.
A completare il podio un'altra società cinese, State Grid, che opera nella distribuzione di energia elettrica e che impiega oltre 1.500.000 dipendenti.

50 Biggest Employers

mercoledì 5 maggio 2010

Apple :)

martedì 4 maggio 2010

BP: bella porcheria..

La BP (ex British Petroleum) è la quarta società al mondo per fatturato (stando ai dati Fortune 2008), con un giro di affari di oltre 367 miliardi di dollari e 92 mila dipendenti sparsi per il mondo.
Recentemente BP si è resa protagonista di un "brutto" fatto di cronaca, cioè la fuoriuscita di petrolio da una delle sue piattaforme situate nel Golfo del Messico. Il disastro è stato subito definito come uno dei più gravi incidenti all'ecosistema; una perdita di 800.000 litri di petrolio (stima prudenziale) al giorno sta contaminando l'intera area con gravissime ripercussioni ambientali ed economiche: migliaia di animali rischiano di morire soffocati e intere comunità costiere, la cui economia è basata quasi interamente sulla pesca, vedono la propria fonte di sopravvivenza inquinata e inutilizzabile.
BP ha già promesso che si accollerà tutti i costi derivanti dalla perdita (e ci mancherebbe altro) dichiarando tuttavia di non essere la reale responsabile dell'accaduto. In un'intervista alla BBC, l'amministratore delegato di BP Anthony Hayward ha dichiarato che la causa dell'incidente è attribuibile alla Transocean, società svizzera che effettivamente gestisce la piattaforma da cui è scaturito il tutto.
Ora non resta che sperare: in primis che si riesca ad arginare la falla e a contenere gli effetti della marea nera sull'ecosistema del Golfo del Messico ed in secundis che vi sia qualcuno che effettivamente pagherà i danni causati da un disastro di tale portata.