"Centomila punture di spillo"
di Carlo De Benedetti e Federico Rampini
"Nel nostro paese ogni giorno vengono prese delle scelte "decentrate", perfino a livello individuale, che nel tempo hanno una straordinaria portata strategica. Ogni giovane italiano che dopo aver imparato l'inglese decida di studiare anche il cinese - o l'arabo o il russo - fa un investimento sul proprio futuro che rappresenta anche un miglioramento del "capitale umano" al servizio del sistema paese. Ogni giovane che parte per un periodo di studio - lavoro all'estero affronta dei rischi, mette in gioco tutto ciò che ha per costruire qualcosa: è un pezzo d'Italia che affronta il Nuovo Mondo; se costruiamo le condizioni giuste per utilizzarne le capacità, quel ragazzo o ragazza ci renderà tutti più ricchi. I genitori che incoraggiano i propri figli ad affrontare questi rischi, anziché coccolarli preparandogli un futuro tranquillo a base di raccomandazioni, stanno adottando strategie lungimiranti. Chi si mobilita nel volontariato, per creare una società meno dura con i deboli, lavora per depotenziare l'accumulo di risentimento e rancore che è un terreno di coltura della microcriminalità violenta. Chi si impegna nella difesa dell'ambiente prepara un nuovo modello di sviluppo che sarà la nostra esportazione più preziosa verso i paesi emergenti. Chi dedica le proprie energie a diffondere una cultura delle regole, del rispetto della legalità, non è un idealista ingenuo: al contrario, semina i germi di un'etica sociale adeguata ad affrontare la competizione internazionale, in questa nuova fase in cui la globalizzazione deve incorporare più regole per sopravvivere alla sua crisi."
E questa è l'Italia che tutti auspicano ma che nessuno muove un dito per creare... il problema è che questo è un paese fermo che attende di essere spinto in avanti. La classica logica del "c'aggia fà!". Io vorrei un futuro come questo in Italia, ma più "cresco" e più si fa strada nella mia mente l'idea che questo sia impossibile da realizzare.
RispondiEliminaOgni giovane che parte per un periodo di studio - lavoro all'estero affronta dei rischi, mette in gioco tutto ciò che ha per costruire qualcosa: qualcosa per sé stesso, in quanto qualsiasi altra cosa voglia fare si ritrova le gambe segate da burocrazia e mafie. I genitori che incoraggiano i propri figli ad affrontare questi rischi, anziché coccolarli sono pochissimi, perché qui in Italia la logica è quella di tornare al paesino e portare avanti la bottega di famiglia. Chi si impegna nella difesa dell'ambiente viene considerato uno sfigato ambientalista. Chi dedica le proprie energie a diffondere una cultura delle regole, del rispetto della legalità, non è un idealista ingenuo: è semplicemente uno che non si è ancora scontrato con la realtà dei fatti, e prima o poi lo prenderà in quel posto. In Italia purtroppo quelle che hai scritto sono solo belle parole... o comunque questa è la mia visione.
Corretto quello che dici, ma è anche vero che una fetta di disillusi prende come "giustificazione" la situazione complessiva che si è creata: "non ci provo perché tanto le cose sono così, chi sono io per cambiarle?".
RispondiEliminaL'augurio che si può fare è quello di attivarsi e svegliarsi, senza aspettare la manna dal cielo, vivere con la mentalità del "tanto paga Pantalone" o chiudersi in una realtà provinciale.